Sunday, May 16, 2010

Bondi contro Draquila


A seguire, Bertolaso contro la Mummia e Calderoli contro l'Uomo Nero. Il festival dell'orrore, come ha ironicamente sottolineato il regista Luchetti.

Sappiamo delle recenti esternazioni del Ministro Sandro Bondi, che ha declinato l'invito al Festival di Cannes per dissociarsi dall'ultima fatica cinematografica di Sabina Guzzanti, Draquila.

Il film, ha detto il Ministro, offende l'Italia. Le sue parole si uniscono a quelle del Ministro del Turismo Brambilla, che addirittura minaccia azioni legali; Guido Bertolaso, uno dei protagonisti (?) del film, crede che il nostro paese farà una brutta figura.

Prendendo atto del dispiacere della Francia (Jack Lang, ex Ministro della Cultura ha sottolineato come il Popolo delle Libertà abbia una strana concezione della Libertà), ci si chiede: qual è la novità?

Forse nessuna. I politici e i potenti da sempre temono l'Arte: la coccolano all'occorrenza, poiché sanno che l'Arte è il veicolo con cui accedere all'immortalità (vedi Napoleone), ma la temono quando questa dilaga e rischia di provocare nel popolo qualcosa di inquietante: la riflessione.

Non posso nascondere la mia inquietudine, e non solo per il caso specifico di cui parlo (non ho ancora visto il film della Guzzanti), ma per il tracciato che non posso fare a meno di delineare. C'è una connessione fra il caso Guzzanti, le recenti esternazioni del Premier su Saviano, la querelle fra la Fracci e Alemanno, esplosa platealmente a coronamento di un fischiatissimo intervento del sindaco di Roma al Teatro dell'Opera: è in atto uno scontro fra chi rappresenta artisticamente il nostro paese e chi lo governa.

Le opere d'Arte possono non piacere, le si può criticare, è inutile sottolinearlo. Ma qui il discorso è diverso. Chi critica il Governo viene screditato, viene additato come una calamità, cioè come un soggetto che danneggia il paese. I contorni della vicenda sono spesso sfumati, ma proprio per questo pericolosi.

C'è spazio in questo governo per la Cultura? Ricordo le parole di Berlusconi, che presentando la riforma della scuola superiore accanto al Ministro Gelmini, disse: “abbiamo fatto questa riforma pensando all'impresa”. Non avrebbero dovuto pensare all'istruzione?

Se queste sono le premesse, non c'è da meravigliarsi se il Ministro della Cultura si dissocia da un'opera culturale; ma non saremmo stati più contenti se Bondi si fosse recato a Cannes, avesse rappresentato il nostro paese e avesse anche, perché no, esposto pubblicamente le sue perplessità sul documentario della Guzzanti? E' lecito non condividere l'opinione di un artista, ma è sbagliato considerare l'artista pericoloso solo perché ha un'opinione. Di certo, poi, non abbocchiamo alla licenza retorica utilizzata dal poeta Bondi, che con l'espressione “Draquila offende l'Italia” vuol intendere “Draquila offende il governo Berlusconi”.

Concludo questa riflessione senza sbocchi sottolineando come di questi tempi lo scetticismo sia sempre più osteggiato. Ma non è, lo scetticismo, uno dei pilastri su cui si regge il pensiero moderno?



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